E se cani e gatti potessero dedicarci poesie?

Chi vive con un animale domestico sa bene quanto grande sia l’amore che lega il padrone al suo fedele amico, perché il rapporto che si instaura con un cane o un gatto è intenso e indissolubile anche più delle relazioni fra umani. Se esiste il proverbio “Il cane è il migliore amico dell’uomo” è proprio perché fra uomini si può litigare, si possono creare tensioni, disguidi e incomprensioni, ma chi conosce qualcuno che abbia litigato col proprio inquilino peloso?

L’affetto che solidifica questo tipo di rapporto può anche essere unidirezionale, perché gli animali sono in grado di affezionarsi al proprio padrone ed essergli fedeli in maniera incondizionata, anche se non ricevono particolari attenzioni. Viceversa, anche i gatti più diffidenti e “antipatici” vengono amati moltissimo dai loro umani.

Quando si osserva il proprio animale, sarà capitato a tutti di chiedersi a cosa stia pensando, cosa prova, se è felice, triste, annoiato o rilassato, perché la scienza ha già abbondantemente dimostrato che anche gli animali provano le stesse emozioni degli umani. Nel 2012 alcuni scienziati hanno sottoscritto La dichiarazione di Cambridge sulla coscienza, il documento che attesta che quasi tutti gli animali sono coscienti e consapevoli proprio come gli umani; ma già Darwin aveva studiato l’emotività animale e aveva riconosciuto la manifestazione di moltissime emozioni che li accomunavano agli uomini, come la rabbia, la felicità, la sorpresa, la tristezza, la paura, l’orgoglio, la gelosia, l’invidia, la vergogna, il senso di colpa.

Cosa provano, dunque, i fedeli quadrupedi che condividono le loro giornate con un compagno umano? Quali emozioni sperimentano gli animali quando osservano il loro padrone? Perché chiunque possieda un animale in casa si sarà subito sentito confortato e capito dal cane o dal gatto nei momenti di tristezza.
Ma cosa pensa un animale che vede ridere o piangere il padrone?

Con occhi di cane, con occhi di gatto e altre poesie”, il terzo libro di Mauro Colajacomo

Sono queste alcune domande che si è posto Mauro Colajacomo, veterinario e scrittore genovese, che ha fatto dell’amore per gli animali, della passione per la medicina e del talento della scrittura le sue ragioni di vita.

Nasce, così, Con occhi di cane, con occhi di gatto e altre poesie, una raccolta di poesie frutto di un pensiero molto profondo: se non gli mancasse la parola (come si suol dire), cosa vorrebbero dire gli animali ai loro padroni? Cosa pensano dei loro amici umani? Come si comportano davanti ai loro stati d’animo?

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Illustrazioni a cura di Valerie Trentin

La voce narrante di queste poesie sono proprio i cani e i gatti, attenti e amorevoli scrutatori degli umani che, attraverso quegli occhi silenziosi, riescono a dire molto più di quanto un uomo sia in grado di fare con mille parole.

E sotto quello sguardo eloquente, l’uomo riesce a mettersi in discussione, ad analizzare meglio se stesso, le proprie emozioni e a comprendere il rapporto fra i suoi sentimenti e quelli degli animali da compagnia, che non sono affatto distanti da quelli umani.

Sono proprio le emozioni a dare corpo e anima a questa raccolta di Colajacomo, che abbraccia un grande ventaglio di sfumature emotive più o meno profonde, più o meno intense, più o meno condivise, attraverso lo sguardo puro degli animali, disinteressato da qualsiasi secondo fine che, invece, scalfisce talvolta le relazioni tra umani.

Se questo lavoro risulta ben riuscito è grazie alla visione privilegiata che forse solo un veterinario può avere, poiché ha dovuto imparare a riconoscere prima i gesti e gli stati d’animo dei piccoli pazienti in situazioni di vulnerabilità, fino a giungere alla piena consapevolezza che oltre quel manto coccoloso, c’è un essere senziente speciale, con il quale instaurare un rapporto di assoluta devozione, dedizione e comprensione.

Ma, se da un lato risulta ormai evidente e scientificamente provato che i mammiferi (in particolar modo) siano sensibili ed empatici alle emozioni degli umani, mostrando una straordinaria intelligenza emotiva attraverso le loro forme di comunicazione, dall’altro lato, a differenziarli del tutto dagli uomini, vi è il disinteresse nel dare e ricevere amore. Il loro amore è totalmente gratuito e questa libertà di sentimento è difficile da comprendere per l’uomo, che non sperimenta sulla sua pelle un legame simile, slegato da qualsiasi interesse. L’amore pure non appartiene alla dimensione umana ma solo a quella animale.

La morale ultima delle poesie narrate dai cani e gatti di Mauro Colajacomo è quella di accompagnare verso la riflessione sulla condizione umana, troppo spesso incentrata sul proprio io, che lascia poco spazio agli affetti che arricchiscono le proprie giornate. Perché la fragilità, le ansie e le insoddisfazioni tipiche solo della sfera umana, possono essere lenite dal calore di un legame profondo. Che sia tra umani o che sia tra umano e animale.